Nel corso del nostro viaggio 2013-2014, il 14/03/2014, ci siamo dedicati all’arrampicata al Cerro Ayrampo, montagna che con i suoi 2826m nella punta più alta, domina il paese di Zudáñez, nel Dipartimento di Chuquisaca, in Bolivia. Il sito è noto agli appassionati di Cactaceae per essere la località del tipo di Sulcorebutia rauschii Gerhart Frank. Nel tentativo di trovare nuove popolazioni del taxon, non siamo saliti lungo l’abituale sentiero, bensì abbiamo perlustrato dalla base le diverse colline componenti la montagna, per poi scalarla verticalmente dalla base sino alla vetta principale, sul lato sud-ovest, per constatare che i primi gruppi della specie si incontrano solo a 2800-2805m (A&M 1061, A&M 1062 ), poco prima della vetta (A&M 1063, A&M 1064), mentre le popolazioni che vivono in prossimità del sentiero che sale da sud-est, fatto poi al rientro, si incontrano anche a quote più basse (A&M 1065). Le popolazioni del Cerro Ayrampo sono state oggetto di varie interpretazioni tassonomiche che hanno interessato diversi generi e specie al loro interno. Una prima considerazione è da farsi sul genere di appartenenza, cioè Rebutia K. Schumann, Sulcorebutia Backeberg o Weingartia Werdermann? La nostra posizione su un genere Weingartia distinto da Rebutia (Anceschi & Magli 2010, 18) è riepilogata nel booklet 2013 (Anceschi & Magli 2013, 88). La nostra posizione trova conferma in Nyffeler & Eggli (2010), che a loro volta distinguono Weingartia (includendo in questa Cintia Knize & Riha e Sulcorebutia Backeberg) da Rebutia, sulla base delle ultime ricerche molecolari (Lendel & al. 2006; Ritz et al 2007; Lendel et al. umpubl. data; Nyffeler & al. umpubl. data). Ricordiamo che nell’ultima edizione di Das Grosse Kakteen-Lexicon (Anderson 2011), Eggli ripropone l’idea di Cintia, Sulcorebutia e Weingartia come generi separati. Al contrario, nella riedizione dell‘atlas di NCL, Hunt (2013, xììì) nulla cambia rispetto alla precedente edizione (2006), mantenendo cioè Cintia, Sulcorebutia e Weingartia inclusi in Rebutia. L’autore conclude citando le analisi di Ritz et al. (2007), “ ...Sulcorebutia and Weingartia should be united into one genus, because neither molecular nor morphological data reveal a distinction between these genera”. Parzialmente in disaccordo col giudizio di questi ultimi autori, riteniamo che Sulcorebutia e Weingartia abbiano davvero ben poco in comune al livello morfologico, anche se i risultati delle loro analisi molecolari non lasciano spazio a diverse interpretazioni filogenetiche. Infatti, come si evince dai cladogrammi (ibidem, 1324, 1326), Cintia, Sulcorebutia e Weingartia formano un unico clade monofiletico ben supportato (in Bayesian 1.00, posterior probabilities ≥ 0.80; ibidem, 1326), distinto da Rebutia, altrettanto ben supportato (in Bayesian 1.00, posterior probabilities ≥ 0.80; ibidem). Riepilogando, sulla base di queste evidenze, in accordo con Nyffeler & Eggli 2010, includiamo Sulcorebutia in Weingartia, distinguendola da Rebutia. Weingartia è quindi il nome del genere per queste popolazioni, ma quale il nome per la specie? A seguire una breve storia delle interpretazioni del taxon a livello specifico, che coinvolgono gli epiteti pulchra, canigueralli e rauschii.
a) In Backeberg (1977, 469, 472), i tre taxa sono parte di Sulcorebutia, e mantenuti distinti(S. caniguerallii, S. pulchra, S. rauschii).
b) In Anderson (2001, 601-602), i tre taxa sono parte di Rebutia, precisamente Rebutia caniguerallii Cárdenas è divisa in tre ssp., tra queste la ssp. pulchra, mentre S. rauschii e Weingartia rauschii (Gerhart Frank) F. H. Brandt sono considerate sinonimi di R. caniguerallii.
c) In Hunt et al. (2006, text: 246, 250, 315) i tre taxa sono parte di Rebutia, R. caniguerallii e Rebutia pulchra Cárdenas come specie separate, S. rauschii -W. rauschii, come sinonimi di R. pulchra.
d) In Anderson & Eggli (2011, 609-610, 612), i tre taxa sono parte di Sulcorebutia, Sulcorebutia caniguerallii (Cárdenas) Buining & Donald e Sulcorebutia pulchra (Cárdenas) Donald come specie distinte, R. rauschii-S. rauschii-W. rauschii,come sinonimi di S. caniguerallii.
e) In Hunt (2013), nulla è cambiato rispetto al 2016.
Sulla base di un confronto dei caratteri morfologici tra la letteratura sopra citata e i nostri rilevamenti sul campo (A&M), la maggiore distinzione tra S. rauschii=W. rauschii (ricordiamo che noi abbiamo già optato per Weingartia al livello generico), e gli altri due taxa, (cioè Weingartia caniguerallii (Cárdenas) F. H. Brandt e Weingartia pulchra (Cárdenas) F. H. Brandt, è che gli esemplari che rappresentano questi ultimi mostrano sempre spine di colore non scuro, cioè diverso dal nero, vale a dire corno scuro o rosso scuro; nei documenti esaminati:
W. pulchra (Hunt et al. 2006, atlas: 260, 260.4 (come R. pulchra) col. giallo corno variegato
W. pulchra (Hunt et al.2006, atlas: 260, 260.5 (come R. pulchra) col. bianco
W. pulchra (Anderson & Eggli 2011, 612 (come S. pulchra) col. giallo rossastro
Solo quando il taxon fotografato per rappresentare W. caniguerallii (Anderson & Eggli 2011, 609 (come S. aniguerallii ) o W. pulchra (Hunt et al. 2006, atlas: 260, 260.6 (come R. pulchra), è S. rauschii=W. rauschii, gli esemplari mostrano spine scure. Inoltre, la media dei dati contenuti nella descrizione di Backeberg di S. rauschii (1977, 472), è quella che meglio si adatta ai dati da noi raccolti nelle popolazioni del Cerro Ayrampo. Per finire, è degno di nota il fatto che la descrizione di R. pulchra inHunt et al. (2006, text: 250), sia diventata sostanzialmente quella di S. rauschii di Backeberg (1977, 472), senza nulla mantenere della precedente descrizione del primo taxon (ibidem, come S. “pulchera”). Sembra così che la nuova concezione di R. pulchra, sia stata “ridisegnata” sui caratteri della nota S. rauschii=W. rauschii. Per quanto riguarda i motivi dell’accorpamento di S. rauschii in R. pulchra, una nota Hunt et al. (2006, text: 250) rimanda a Hunt (2006, CSI 21: 14), dove, senza altre giustificazioni, appare solamente una lista di taxa da sussumere in R. pulchra (cioè R.caracarensis, S. crispata, S. frankiana, R. inflexiseta, e S. rauschii). Per le ragioni esposte, in riferimento alle popolazioni di Weingartia del Cerro Ayrampo, preferiamo riferirle strettamente a W. rauschii, tenendo distinto questo taxon da W. caniguerallii e W. pulchra. (Tradotto da: Anceschi & Magli 2021, 85-87)