2009, Brasile, Minas Gerais
2009, Brasile, Minas Gerais, Serro, A&M 301 Mostra sulla mappa
2009, Brasile, Minas Gerais, Saõ Gonçalo do Rio Preto, A&M 308 Mostra sulla mappa
2009, Brasile, Minas Gerais, Grão Mogol, A&M 327 (Taylor et al. 1512) Mostra sulla mappa
2009, Brasile, Minas Gerais, Grão Mogol, A&M 332 Mostra sulla mappa
2009, Brasile, Minas Gerais, Bocaiúva, A&M 347 Mostra sulla mappa
2016, Brasile, Minas Gerais, Conselheiro Mata, A&M 1376 Mostra sulla mappa
2016, Brasile, Minas Gerais, Conselheiro Mata, A&M 1377 Mostra sulla mappa
Sinonimi
Cactus placentiformis*, Discocactus alteolens, Discocactus placentiformis ssp. alteolens, Discocactus crystallophilus, Discocactus insignis, Discocactus insignis sensu Buining, Discocactus latispinus, Discocactus multicolorispinus, Discocactus placentiformis ssp. multicolorispinus, Discocactus pseudoinsignis, Discocactus pseudolatispinus, Discocactus latispinus ssp. pseudolatispinus, Discocactus pugionacanthus, Discocactus placentiformis ssp. pugionacanthus, Discocactus pulvinicapitatus, Discocactus latispinus ssp. pulvinicapitatus, Discocactus tricornis
* Basionimo
Distribuzione
Brasile (Minas Gerais)
Stato di conservazione
(4) Vulnerabile, VU B2ab(iii,v)
Commenti
Karl Schumann presenta Echinocactus placentiformis K. Schumann in Flora Brasiliensis (1890, 4 (2): 246-247) considerando Discocactus insignis Pfeiffer come sinonimo di questo. Sia nella descrizione originale di Lehmann per Cactus placentiformis Lehmann (1826), che nella prima pubblicazione di Pfeiffer per D. insignis (1837, 5: 241) non sono fornite precise indicazioni di luogo. Nella sua opera monografica sul genere Discocactus Pfeiffer, A. Buining (1980, 71;89) è convinto che Schumann sia incappato in un errore nel ritenere i due conspecifici, e non ha dubbi sul fatto che le piante da lui trovate ai piedi delle montagne nei pressi di Grão Mogol tra il 1972 e il 1974 corrispondano proprio al Discocactus di Pfeiffer, pianta talmente evidente anche ai lati della strada che porta alla cittadina, che già poteva ben essere stata scoperto nel 1837.
Taylor & Zappi riassumendo la loro posizione sul tema (Taylor 1981, 43: 40; Taylor & Zappi 1991, 9: 86) in Cacti of Eastern Brazil (2004, 449-450) affermano che Buining ha erroneamente identificato le piante trovate con il D. insignis di Pfeiffer, e che mentre quest’ultimo è correttamente da ritenersi un sinonimo di Discocactus placentiformis (Lehmann) K. Schumann, le prime siano invece un altro taxon, vale a dire il Discocactus pseudoinsignis N. P. Taylor & Zappi, da loro già pubblicato su Bradleya in sostituzione di D. insignis sensu Buining, ora sinonimo. Questo perché nella sua descrizione Pfeiffer parla di una pianta con 10 coste, mentre D. pseudoinsignis ne avrebbe solitamente 12-13, e inoltre l’illustrazione del tipo successivamente pubblicata da Pfeiffer (1839, 19 (1): tav. 15) indicherebbe un colore rosa scuro per scaglie-brattee del tubo fiorale e segmenti esterni del perianzio, caratteristica di alcune forme di D. placentiformis, mentre D. pseudoinsignis avrebbe segmenti esterni brunastro pallido-verde oliva. É da notare che la stessa illustrazione (considerata come preparata prima della pubblicazione del 1837) viene indicata dagli autori come lectotype di D. insignis Pfeiffer tra i sinonimi di D. placentiformis (2004, 447). Sul fatto che tra le popolazioni di Discocactus che attualmente vivono all’interno del P. E. de Grão Mogol non possano esservi esemplari con 10 coste, e soprattutto che la pianta illustrata da Pfeiffer (per altro con almeno 12 coste) non possa essere considerata un possibile campione di quelle che vivono a Grão Mogol, qualche dubbio ce l’avremmo. Inoltre i colori riportati da Buining per i segmenti esterni del perianzio del suo D. insignis (vedi più avanti), ben si confanno all’illustrazione di Pfeiffer. Ma quel che ci interessa rilevare non ha a che fare con la scelta tra D. insignis Pfeiffer o D. pseudoinsignis Taylor & Zappi, perché è nostro parere che siano sinonimi di D. placentiformis, in quanto tra questi non esiste in natura nessuna differenza rilevante, e che più semplicemente già Schumann nella pubblicazione del 1890 avesse ragione. Sia Buining (1980, 89) che Taylor & Zappi (2004, 449-450) parlando di D. insignis o D. pseudoinsignis, non possono fare a meno di notare quanto questo sia simile e compreso nell’areale del variabile D. placentiformis, e devono perciò specificare differenze che però vengono smentite ad una ad una dall’osservazione in habitat e dalla lettura delle fonti. Infatti Buining alla fine della sua esposizione di D. insignis dice genericamente che le differenze con D. placentiformis sono mostrate nella descrizione, riferendosi ai dati del corpo e del fiore della pianta, sottolineando la maggiore differenza sostanzialmente nella dimensione del seme; mentre Taylor & Zappi affermano che D. pseudoinsignis si distingue dall’altro taxon per le coste non tubercolate (solitamente in numero di 12-13), il colore dei boccioli e dei segmenti esterni del perianzio, l’apice del frutto e per finire la dimensione del seme. Andiamo ora a verificare quanto le caratteristiche del Discocactus di Grão Mogol siano realmente distinte da quelle delle altre popolazioni di D. placentiformis. Il materiale fotografico relativo a D. insignis / D. pseudoinsignis (foto 32-47) è stato rilevato all’interno del P. E. de Grão Mogol.
Coste.
Non c’è evidenza che le coste di D. insignis / D. pseudoinsignis non possano essere tubercolate. Varie piante adulte, e non solo le più vecchie, come già notato da Buining (1980, 82), portano tubercoli ben marcati (foto 36, 45-46), inoltre la caratteristica della costa quasi dritta e regolare riportata da Taylor & Zappi (2004, 449) è piuttosto riscontrabile in individui di dimensione piccola e medio-piccola, mentre le piante medie e grandi hanno di solito la costa larga, arrotondata, a volte ondulata (foto 33, 36). Sul fatto poi che D. insignis / D. pseudoinsignis abbia costantemente 12-13 coste (Taylor & Zappi 2004, 449-450), diremmo che in media ne ha 12-15 (vedi foto). Inoltre la foto che illustra D. pseudoinsignis in Cacti of Eastern Brazil (2004, 416, tav. 73.1) mostra una pianta con 15 coste; la stessa foto illustra il taxon sul New Cactus Lexicon (Hunt et al. 2006, atlas: 290, 290.2). In ogni caso l’avere 12-13 coste (e nemmeno 12-15) non può essere considerato elemento distintivo di D. insignis / D. pseudoinsignis, in quasi tutte le popolazioni di D. placentiformis la maggior parte delle piante adulte portano quel numero di coste (vedi foto delle altre popolazioni), ad eccezione delle piante rilevate vicino a Bocaiúva, che ne hanno un numero maggiore.
Il colore dei boccioli e dei segmenti esterni del perianzio.
Il caratteristico colore brunastro pallido verde oliva dei boccioli e dei segmenti esterni del perianzio di D. pseudoinsignis per Taylor & Zappi (2004, 449-450), è confermato da Buining per i boccioli, mentre per i segmenti esterni del perianzio descrive un colore crema tendente al verde all’esterno e bianco verde oliva, a volte con venature centrali piuttosto carnose e punta marrone, all’interno (1980, 85). Questi dati che già indicano una variabilità in seno a D. insignis / D. pseudoinsignis vanno poi inseriti nel panorama di diversità di ciascuna delle popolazioni di D. placentiformis, che secondo Buining (che le considera ancora specie a se’), vanno dal verde chiaro dei boccioli e bianco con banda centrale verde chiaro per i segmenti esterni del perianzio per Discocactus pugionacanthus Buining & Brederoo (1980, 63); al verde chiaro-verde giallo dei boccioli con i segmenti esterni del perianzio bianchi per Discocactus latispinus Buining & Brederoo (1980, 98-99); dai boccioli giallo chiarissimo-bianchi di Discocactus pulvinicapitatus Buining & Brederoo (1980, 103) a quelli che vanno dal verde chiaro al marrone con i segmenti esterni del perianzio bianchi in Discocactus alteolens Lemaire ex A. Dietrich (1980, 30-31); per arrivare a rosso marrone-marrone verde per la parte esterna dei segmenti esterni del perianzio di D. placentiformis (1980, 75).
Genere
Altre specie